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RACCONTI



Qui troverai storie divertenti e piene di fantasia,
pensate per far sorridere grandi e piccoli.
Tra magie divertenti, idee strampalate e qualche guaio…
c’è sempre qualcosa di speciale da scoprire.
Buona lettura!



Il Mago Robik e la Bacchetta Ribelle

In un pomeriggio di sole, il Mago Robik stava per iniziare il suo spettacolo davanti a un gruppo di bambini scatenati.
Aveva preparato tutto: il cappello era al suo posto, la cravatta coi mattoncini colorati brillava e la bacchetta…beh, sembrava un po’ strana quel giorno.
"Oggi vi farò vedere il mio trucco più spettacolare!" disse con voce teatrale.
Alzò la bacchetta verso il cielo e… ZAP!
Una nuvola di bolle di sapone uscì a tutta forza e gli avvolse la testa.
I bambini cominciarono a ridere: " Robik si è trasformato in una lavatrice!"
"Non era questo il trucco… ma andiamo avanti!" fece finta di nulla.
Provò a far comparire un mazzo di fiori…
POF! Gli fiorì una pianta gigante… nella tasca della giacca.🌱
"Ops… magia da giardiniere principiante!" 
Le risate erano ormai incontenibili.
Alla fine tentò il suo classico: il coniglio dal cappello.
Ma quando infilò la mano… ne uscì un calzino gigante con gli occhi disegnati!
Il calzino saltellò fuori gridando:
"Sono il Calzino Magico! E ora tocca a me!" 🧦✨
I bambini ridevano piegati in due e anche Robik non riusciva più a trattenersi.
"Va bene, oggi niente magie perfette… ma le risate vere sono molto meglio!"
E così si chiuse uno spettacolo di disastri… ma con il cuore pieno di magia.

Robik e la valigia dimenticata

Quel pomeriggio Robik correva come un pazzo per le vie del paese.
«Oh no, sono in ritardo! I bambini mi trasformeranno in un palloncino!»
Il suo cappello pieno di quadratini colorati saltellava su e giù a ogni passo.
Arrivò davanti alla sala tutto sudato e con un sorriso affaticato. I bambini erano già seduti, occhi spalancati, pronti per lo spettacolo.
Ma appena mise mano alle sue borse, si gelò: aveva dimenticato la valigia delle magie!
Solo giochi di animazione e qualche palloncino erano con lui.
«Ehm... piccoli maghi!» disse Robik grattandosi la testa, «oggi vi mostrerò la magia più segreta: divertirsi senza bacchetta!»
Un bambino gridò: «Tipo... la magia di mangiare la torta prima?»
Robik rise: «Quella la lasciamo come gran finale!»
E così iniziò: fece partire sfide buffe, gare di risate, staffette camminando come pinguini e poi, con i suoi palloncini colorati, creò spade, corone e animali strani che sembravano... decisamente inventati!
«Guardate, questo è un drago!»
«Sembra più una banana!» rise una bambina.
«Beh, è un drago... bananoso!» disse Robik facendo una riverenza buffa.
Poi, senza pensarci troppo, fece partire la musica e invitò tutti a ballare insieme.
Saltavano, facevano giravolte, si buttavano a terra ridendo...
Robik al centro sembrava il capo della banda dei saltelloni!
Quando arrivò il momento della torta, Leo, il festeggiato, gli corse incontro e gli disse:
«Robik, sei il mago più forte del mondo!»
Robik si aggiustò il gilet tutto orgoglioso, fece un grande inchino e salutò tutti gridando:
«Magici saluti a tutti voi!»
I bambini risposero in coro:
«Magici saluti a te!!!»
E la festa si chiuse con un’esplosione di risate e zucchero a velo. 

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La Festa dei Palloncini Impazziti

Era una bellissima giornata e Robik era pronto per una nuova festa.
Aveva lucidato la sua bacchetta, sistemato il suo cappello da mago e preparato cento palloncini colorati, pronti da gonfiare con un tocco di magia.
«Oggi sarà una festa perfetta!» disse soddisfatto.
Prese la bacchetta, puntò il primo palloncino e pronunciò la formula magica:
«Palloncinus Volatus!»
Puff!
Il palloncino si gonfiò… ma invece di restare in aria, iniziò a correre per la stanza come un razzo impazzito!
Robik spalancò gli occhi:
«Ma che succede?!»
Provò con un altro:
«Palloncinus Volatus!»
Puff!
Anche quel palloncino schizzò via, rimbalzando sulle pareti e strappando applausi e risate ai bambini.
In pochi secondi la stanza era piena di palloncini saltellanti, che facevano il girotondo da soli, come se fossero vivi!
Robik cercava di acchiapparli al volo, inciampando nei suoi stessi piedi, mentre i bambini ridevano a crepapelle.
Alla fine si fermò, si aggiustò il cappello e disse con un gran sorriso:
«Forse... li ho fatti un po' troppo magici!»
E la festa continuò con palloncini ballerini, risate e magie imprevedibili. 

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Robik e il compleanno nello spazio

Un giorno, mentre Robik sistemava i suoi giochi, il telefono magico squillò.
«Pronto? Sono Robik, il mago delle feste!»
Dall’altra parte sentì una vocina strana:
«Ciao! Ti chiamo dal pianeta Zurlop! Abbiamo bisogno di te per una missione speciale: il compleanno di mio figlio, Zippy!»
Senza pensarci due volte, Robik mise il suo cappello, afferrò la sua valigia piena di magie e saltò... su una navicella spaziale!
Arrivato su Zurlop, trovò un prato arancione, cielo blu scuro e tanti piccoli alieni verdi che aspettavano emozionati.
Il piccolo Zippy aveva gli occhi blu e due antennine dello stesso colore, che tremolavano di continuo. Il suo sorriso era grandissimo.
«Benvenuti nella festa più magica della galassia!» gridò Robik.
Per prima cosa, Robik propose il famosissimo Ballo delle Antennine:
partì una musica tutta piena di suoni strani — "bibip, zibop, bipbip!" —
e gli alieni dovevano ballare muovendo solo le loro antenne!
Chi muoveva anche le gambe, doveva pagare una penitenza ma poi veniva premiato con un palloncino spaziale!
Poi toccò alla Staffetta delle Stelle:
Robik lanciò una stella luminosa che cambiava colore ogni volta che veniva passata.
Gli alieni correvano saltellando come canguri, cercando di non farla cadere mai!
Quando Zippy prese la stella al volo senza nemmeno guardare, tutti urlarono:
«Zippy campione galatticooo!»
Alla fine Robik fece una magia speciale: fece comparire una torta enorme con candeline che fluttuavano nell’aria!
I piccoli alieni risero talmente tanto che le candeline si spensero solo a forza di risate.
Zippy disse:
“Questo è il compleanno più spaziale di sempre!”
Quando fu il momento di ripartire, Robik si aggiustò il gilet, fece un grande inchino e salutò:
«Magici saluti a tutti... intergalattici!»
E volò via tra stelle colorate, lasciando il pianeta Zurlop pieno di palloncini e risate.

 

E adesso… una storia speciale.
C’è un personaggio che fa sempre pasticci, ama i dolci e dice cose strane…
È curioso come una scimmia, veloce come un razzo
e combina disastri come un uragano.
Lui è Giacomino il Furetto!



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La prima magia di Giacomino

Quel giorno Robik era emozionatissimo: era stato chiamato a esibirsi in un vero teatro!
C'erano centinaia di bambini seduti sulle poltroncine rosse, in attesa dello spettacolo.
Le luci si abbassarono, la musica partì e Robik, con il suo cappello pieno di quadratini colorati e il suo gilet abbinato, saltò fuori dal sipario facendo una grande capriola.
«Benvenuti, piccoli maghi!» gridò, mentre una pioggia di coriandoli scendeva dal soffitto.
Lo spettacolo era un successo: magie, palloncini, risate... tutto stava andando alla perfezione.
Ad un certo punto, Robik si fermò al centro del palco e disse:
“Sapete, bambini, oltre alla magia ho un’altra passione segretissima... fare dolci!”
Il pubblico esplose in un coro di "Ooooh!".
Allora Robik mostrò una grande pentola, tutta luccicante e la fece vedere da ogni lato: era vuota.
“Ora creerò una torta magica, direttamente qui davanti a voi!”
Prese a versare nella pentola gli ingredienti più strani:
• Farina di nuvole,
• Zucchero di stelle,
• Cioccolato invisibile,
• E...olio di girasole
Quando tutto fu pronto, Robik prese un fiammifero magico e disse ai bambini:
“Adesso accendiamo... ma piano piano!”
Appena il fiammifero toccò la pentola,
Puff!
Un fiammone altissimo si alzò verso il soffitto!
Robik saltò all'indietro gridando:
“Il mio cappellooo!”
Per poco non bruciava i suoi amati mattoncini colorati!
Con un colpo di bacchetta, riuscì a chiudere in tempo il coperchio sulla pentola bollente.
La sala rimase in attesa, trattenendo il fiato.
Robik sorrise e disse:
“E ora... la torta magica per tutti voi!”
Aprì lentamente il coperchio e...
NON C'ERA UNA TORTA.
C'era... qualcosa di peloso...
con i baffetti sporchi di panna!
Un esserino buffo sbucò dalla pentola: era Giacomino, un piccolo furetto grigio, tutto arruffato e con la pancia gonfia come un palloncino.
“Nooo!” gridò Robik. “Ma che hai combinatooo?! Doveva esserci una torta gigante!”
Giacomino, tutto confuso, si leccò i baffetti, guardò i bambini...
e impazzì! Non era abituato a vedere tutte quelle persone.
Saltò giù dal palco, corse tra le file delle poltrone, infilò la testa nei cappotti, sgattaiolò sotto le gambe delle mamme…
alcune salirono addirittura sulle sedie gridando!
I bambini ridevano e urlavano di gioia, rincorrendolo come se fosse il gioco più bello del mondo.
Robik scese di corsa in platea, inciampando nei palloncini, cercando di acchiappare Giacomino.
“Fermooo! Vieni qui, furetto mangione!”
Giacomino fece uno slalom tra le sedie, si arrampicò su una colonna laterale, si lanciò su un lampadario (facendo tintinnare tutte le luci!) e infine, stanco e rotolante, finì per cadere proprio...
dentro il cappello magico di Robik!
Robik, tutto sudato e spettinato, tirò fuori Giacomino piano piano e lo infilò nella sua casetta magica nascosta tra i suoi strumenti da spettacolo.
Si girò verso il pubblico e sussurrò:
“Shhh... bambini, fate piano! Se si sveglia di nuovo... succede un altro finimondo!”
Tutti i bambini trattennero il fiato e... silenzio assoluto.
Nessuno voleva svegliare il furetto combina-guai!
Robik si inchinò e concluse lo spettacolo gridando piano piano:
“Magici saluti a tutti!”
E quel giorno, tutti i bambini portarono a casa non solo palloncini...
ma anche il ricordo della nascita di un nuovo piccolo eroe magico: Giacomino il furetto!

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